Se esiste una data storica che unisce quasi tutti i cittadini del pianeta, è sicuramente il 25 aprile 1945.
Significa la fine dei massacri di milioni di militari e civili, la distruzione di città e paesi.
(Non per il Giappone e gli Americani, dove la guerra avrà fine mesi dopo, con la distruzione di due città, e l'uso, per la prima volta, della bomba atomica.)
Le attese non sempre hanno rispettato il suo significato, ma , chiamarla la data della speranza, penso non sia una cosa esagerata. Ogni cittadino di Rimini, città martire, non può, non deve, dimenticare, non ne ha il diritto per rispetto ai tanti caduti, ai suoi martiri e alle macerie della città distrutta.
Troppo spesso si lanciano offese ai martiri, si cantano inni che inneggiano a un passato drammatico, si sventolano vessilli di infausta memoria. Dubito che quei giovani conoscano il significato di quei simboli. Chi voleva insegnarlo non ha potuto. Chi poteva non ha voluto.
Quelle manifestazioni sono il risultato colpevole dell'indifferenza.
Sono emblemi che grondano sangue di giovani mandati a morire per egemonie di dittatori. Sono bagnati dalle lacrime versate dalle madri, per la perdita di un loro caro, in ogni luogo del pianeta. Ci sono eccidi disumani, campi di sterminio a ricordare il disegno mostruoso dell'eliminazione di ebrei, zingari, politici avversi, e di chi non apparteneva alla razza pura.
In ogni Stato Europeo ci sono lapidi con elenchi di persone trucidate, cimiteri di giovani soldati di ogni parte del pianeta, morti per dare a noi la possibilità di vivere in uno Stato libero.
L'anziano che ha vissuto la tragedia, non si stanchi mai, di trasmettere ai giovani le sue tristi esperienze, troppi sono i silenzi mentre si manifesta, e si esaltano i dittatori dei massacri.
nel 1953 Pietro Calamandrei, uno dei padri della nostra Costituzione, pubblicava una poesia che rispetta il pericolo dell'indifferenza. Da quella poesia desidero riportare la parte che più mi ha colpito.
"Non rammaricatevi dai vostri cimiteri di montagna se giù al piano, nell'aula dove fu giurata la Costituzione, murata con il vostro sangue, sono tornati da remote caligini i fantasmi della vergogna
troppo presto li avevamo dimenticati."
Parole che dopo circa sessant'anni sono ancora attuali, e sulle quali dovremo riflettere.
L'indifferenza, il servilismo, il qualunquismo, sono i nemici della libertà.
Ariodante Schiavoncini, partigiano
pubblicato su Chiamami Città Anno XXIII n.684