12 settembre 2008

Duecento insegnanti in meno a Rimini: le prime previsioni dai tagli alla scuola.


Dal sito di Elisa Marchioni.

Dopo i piloti Alitalia ‘riconvertiti’ come postini, le maestre si ritrovano candidate a divenire operatori turistici, non si sa bene se nel ruolo di guide, animatrici di villaggi vacanze, o altre fantasiose invenzioni. Sebbene pare l’ipotesi si sia già smentita da sola, la proposta formulata nei giorni scorsi dà però una misura della considerazione che il Governo ha nei confronti di chi ha speso una vita ad insegnare, e nei confronti di un comparto economico ancora una volta considerato accessorio.

Per la scuola italiana sono in arrivo pesanti ‘tagli’. Tra il 2009 e il 2011, saranno 87mila i docenti e 43mila i tecnici, bidelli, amministrativi, in meno. Dai primi, pur approssimativi, calcoli, potrebbero essere circa 200 i posti in meno anche in provincia di Rimini. Per la prima volta, avremo un Dirigente provinciale a metà servizio con Ravenna. E’ previsto che chiuderanno le scuole con pochi alunni: quelle dei piccoli paesi, che a volte sono l’unico presidio vitale ed educativo per i bambini, che diventeranno baby-pendolari: anche i nostri nonni lo erano… è un passo avanti tornare al passato? Saranno di meno anche gli insegnanti di sostegno per gli alunni portatori di disabilità. Diminuiranno le risorse per fornire supporto agli alunni che non parlano la lingua italiana, e per coloro che abbandonano la scuola troppo presto, senza aver conseguito titolo di studio: sono quasi sempre i figli delle famiglie già maggiormente in difficoltà, e senza un’attenzione specifica li abbandoniamo, ritirando la mano e il senso di uno Stato responsabile.

Non una sola motivazione pedagogica, filosofica, di merito è stata fornita. Il dossier atteso da un mese in Commissione parlamentare, per aprire il confronto, non mi risulta ancora giunto. Domani intanto, in Commissione si affronta il tema del ritorno al maestro unico. Ci pensa il Ministro Bossi a chiarire la ratio del provvedimento: così si risparmia. Il Ministro Gelmini insiste sul fatto che la razionalizzazione fosse necessaria, davanti alla crisi del Paese. Non sono solo i tagli, allora a preoccuparci: ma il fatto che siano stati predisposti senza un progetto complessivo, un’idea di riforma, di scuola più efficace ed efficiente. Senza nessun confronto, nessuna concertazione, nessuna possibililità di condividere valori e prospettive. Alla fine, si rafforza davvero il sospetto che il Governo sia stato più preoccupato di realizzarli in fretta, piuttosto che con una logica.

Il Partito democratico ha dato da sempre la disponibilità ad un’opposizione responsabile e di merito. Non siamo a difendere a tutti i costi lo status quo. Ma chiediamo di ragionare davanti ad un progetto complessivo di scuola pensata per la crescita dei nostri bambini e ragazzi. Insieme agli insegnanti, ai dirigenti, alle famiglie. Di per sé, il ritorno del 7 in condotta può avere senso, sanziona chi dà problemi, ma non è un modo per dare risposta ai problemi del bullismo. Il grembiule uguale per tutti evita le derive dell’eccesso di lusso, ma non è la risposta ad un’integrazione vera. L’uguaglianza si garantisce con la parità di dignità e opportunità. La scuola, per noi, è la palestra di vita, il punto di partenza pari per tutti che dà a ciascun bambino l’occasione di far fiorire tutti i doni di cui è portatore, di vedere ascoltati i suoi bisogni, realizzati i suoi diritti. La scuola è lo strumento per ogni persona per crescere, e per una società per garantirsi il futuro attraverso i piccoli cittadini che imparano e costruiscono il proprio avvenire. Impoverire la scuola, penalizzarne gli insegnanti e tutti gli operatori, escludere
le famiglie, è un errore per il presente e un enorme rischio per il futuro. Intanto però il Governo prova a farlo con ‘l’aiuto’ del Turismo. Anche qui, offerta speciale. Due drammatiche sciocchezze al prezzo di una.