25 settembre 2009

Primarie

Dopo questo periodo di stanca e attesa, spero che nel Partito torni l’unità e la politica delle proposte, per riconquistare la fiducia dei cittadini e la credibilità di un partito dinamico che aspira a diventare forza di governo.


Chiunque vinca le Primarie e sia chiamato a dirigere il Partito deve avere l’incondizionato appoggio di tutti i tesserati di base e dei dirigenti.


Diversamente, se continueranno i vari distinguo, non avremo mai dalla nostra parte i cittadini che si sono allontanati dalla politica, per i continui litigi e spinte demagogiche. Senza la loro fiducia saremmo sicuramente votati al fallimento.


Alla nascita, in questo Circolo, del Partito Democratico, avevo condizionato la mia appartenenza a due principi, per me uomo della sinistra, irrinunciabili. L’adesione, o l’alleanza, al Partito Socialista Europeo e la laicità del Partito Democratico.


Essere un partito laico, non significa lotta alle religioni.


Ma le proposte che scaturiranno dai dirigenti e iscritti del nostro Partito, in merito a leggi e interventi vari, dovranno essere rispettose dell’articolo 3 della nostra Costituzione, che garantisce la parità fra tutti i cittadini.


Il dialogo e il rispetto dovranno essere la nostra forza.


Le scelte dei candidati e le alleanze elettorali, dovranno essere le più trasparenti e condivise. Nessuna ombra dovrà oscurare le candidature, se vogliamo essere un partito diverso, un partito che lotta per la conquista della direzione del Paese.


Un partito onesto che può sventolare la bandiera della moralità.


Ariodante Schiavoncini, partigiano


13 settembre 2009

Sapere è libertà



"Considero la manifestazione per la libertà di stampa una delle più importanti ed essenziali di questi anni; una manifestazione che interpreta un sentimento collettivo, l'urgenza di tanta gente che vuole dare un segno forte in un momento in cui in questo paese la libertà di stampa è a rischio.

La libertà di stampa non riguarda solo l'informazione. In tutte le democrazie libertà di stampa vuol dire soprattutto approfondimento e confronto; confronto di posizioni e idee diverse in modo che chi legge o ascolta i telegiornali possa farsi autonomamente una sua opinione.

Da noi invece stiamo assistendo alla oppressione di questo confronto da parte di un potere sempre più arrogante che vuole zittire le voci a lui invise. È orrenda, è tecnica da terrorismo questa mania di querelare e denunciare chiedendo per di più milioni di risarcimento quando si vuole mettere a tacere i giornali non amici. Come lo è l'ossessione di chiamare "diffamazioni", le notizie: nessun politico o governante di un paese straniero si permetterebbe di aggredire la stampa, i giudici, gli intellettuali come succede in Italia. Qui si arriva a usare il bastone, a frugare nel fondo della vita delle persone per, screditandole, metterle a tacere. Per non parlare dell'informazione televisiva dove se guardi i telegiornali in Rai o i nelle reti private e non trovi le notizie, o se proprio proprio sono costretti a dirle le ascolti capovolte come è avvenuta su tutta la vicenda delle ragazze di Bari.

Sono preoccupato. Con Franca Rame ne abbiamo viste di tutti i colori in 60 anni di satira, ma mai un potere così subdolo nel voler mettere in ginocchio i giornali che vogliono capire, approfondire, tenere alta l'allerta, arrivando perfino a invitare gli industriali a non dare la pubblicità ai giornali che parlano male del premier. All'estero questo è reato. Non lasciamo che in Italia diventi la regola.

Ecco perché è importante manifestare per la libertà di stampa il 19 settembre".

Dario Fo

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