25 maggio 2008

Rinegoziazione dei mutui: passi per le banche, ma almeno il Governo non inganni i mutuatari. Un nuovo tentativo di bloccare le surroghe?

Ieri il Governo ha sbandierato un accordo con l'associazione delle banche prevedendo "un risparmio pari a circa 850 euro all'anno" per 1.250.000 famiglie circa.
Peccato che la notizia sia falsa. Nel comunicato dell'Abi si legge che l'accordo non prevede alcun risparmio, ma solo una dilazione nel pagamento: si concede un ulteriore finanziamento (a tassi abbastanza agevolati: l'IRS decennale piu' lo 0,5%).
Le famiglie, quindi, non risparmieranno alcunche', ma pagheranno ulteriori interessi!
Il forte sospetto e' che questa operazione sia un ulteriore tentativo di bloccare le surroghe che sono, invece, un vero risparmio per i mutuatari (e quindi un costo per le banche). In questi anni gli spread di mercato applicati ai tassi (fissi o variabili) dei mutui sono molto diminuiti. Sostituire un mutuo oggi implica, quasi sempre, avere uno spread piu' basso. Con la negoziazione-beffa proposta dal Governo e dalla banca si applicherebbe lo stesso spread. Questa operazione consentirebbe alle banche di non perdere i vecchi mutui (tanto remunerativi per loro e tanto costosi per i clienti).
Crediamo sia sintomatico che il Governo non abbia deciso di dare attuazione (manca ancora lo specifico decreto) a quanto gia' previsto in materia nella Finanziaria 2008, cioe' la sospensione di alcune rate da pagare quando si e' in difficolta'. Ci rendiamo conto che faccia piu' effetto populistico e mediatico un nuovo decreto che attuare una legge prevista dal precedente Governo di una maggioranza politica diversa, ma se al centro della propria politica ci fossero gli interessi dei mutuatari questi problemi dovrebbero essere affrontati in modo diverso. La falsa notizia del risparmio di 850 euro e' figlia di questa logica e sintomatica di una partenza quantomeno sgradevole del nuovo Governo.
La rinegoziazione proposta dal Governo e dall'Abi, puo' essere utile a chi e' in difficolta' a pagare le rate aumentate (e non troverebbe alcuna soluzione migliore nel mercato), per cui e' meglio bloccare la rata ai tassi del 2006, anche se questo implica un aumento degli interessi da pagare. Chi e' in grado di pagare il vecchio mutuo a tasso variabile (o puo' accedere ad una surroga con tassi migliorati) e' bene che non faccia questa rinegoziazione perche' non risparmia niente, anzi aumenta gli interessi da dare alla banca.
In alcuni casi, una rinegoziazione (vera) del mutuo o una sostituzione dello stesso implica dei risparmi, ma non in questo. Vediamo come funziona questa rinegoziazione-beffa:
1) la nuova rata e' al tasso medio del 2006, quindi –nell'immediato– si paga meno di oggi;
2) la differenza fra vecchia e nuova rata si paga attraverso un nuovo finanziamento che la banca concede al tasso IRS decennale piu' lo 0,5% (oggi sarebbe circa il 5,1%);
3) se i tassi dovessero scendere e la vecchia rata fosse inferiore a quella rinegoziata, la differenza diminuirebbe il finanziamento col quale si sono pagate parte delle precedenti rate. Il tasso Euribor a sei mesi medio nel 2006 e' circa il 3,5%, oggi e' oltre il 4,8%: prima che questo accada passera' molto tempo. Il grosso degli interessi, quindi sara' gia' pagato (accumulando un nuovo debito non indifferente);
4) quando si sara' finito di pagare le rate previste dal vecchio mutuo, si continuera' a pagare le rate fino al rimborso completo del nuovo finanziamento.
Questa rinegoziazione implica quindi dei costi e mai un risparmio. Il Governo ha solo concordato con l'Abi un piano di finanziamento agevolato per pagare parte delle rate dei mutui a tasso variabile.
Ci dispiace dirlo, ma sul fronte della tutela degli utenti bancari, il Governo e' partito male.
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di Alessandro Pedone, responsabile Aduc per la tutela del risparmio
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